14 Maggio 1969

Cate Blanchett

TANTI AUGURI

Cate Blanchett

UN BUON NON COMPLEANNO

Galadriel, Il signore degli anelli

Cate/Shelly, Coffee and Cigarettes

Susan Jones, Babel

Prima le signore, questo è certo, ma oggi festeggia anche l’eccelso Tim Roth.

Seven «pezzi» facili

LA REALTÁ – Da cuocere. Fra tutti i particolari del raccapricciante omicidio di Como, questo è forse quello che fa più accapponare la pelle. Lunedì 1 febbario, Alberto Arrighi, 40 anni, incensurato, uccide con due colpi di pistale e decapita l’ex benzinaio Giacomo Brambilla. Ma quella testa porta in sè molte tracce: impronte dentali, ma soprattutto i due proiettili che hanno ucciso la vittima. Arrighi decide allora di bruciarla. Dove? Nel forno a legna della pizzeria del suocero. E per non lasciare nulla al caso l’omicida scrive le indicazioni sullo scatolone con all’interno il capo mozzato: «Fragile. Non toccare. Da cuocere». É questo quello che l’uomo fa a se stesso. Non servono altre parole.

La locandina del film.

SE7EN

Regia: David Fincher

Con: Brad Pitt, Morgan Freeman, Gwineth Paltrow, Kevin Spacey

Genere: Poliziesco

Durata: 127 minuti

LA FINZIONEStarsky and Hutch, Poncherello e Baker, Bud Spencer e Terence Hill. Ma anche William Somerset (Morgan Freeman) e David Mills (Brad Pitt), le due facce opposte del distintivo. Detective metodico e rassegnato l’uno, arrogante e idealista l’altro si scontreranno, in un escalation tipica dei “thriller movie”, con un serial killer (Kevin Spacey) dalle psicosi quasi cristiane, intenzionato a punire, come esempio per il mondo, sette peccatori capitali. Un assassino dal fervore messianico, un vendicatore autoinvestito che seguendo un disegno di morte lucidamente  architettato, trascinerà i due protagonisti nel peggiore dei gironi danteschi.

Se chi ben comincia è a metà dell’opera, con i titoli di testa questo film sembra portare a termine tutta l’impresa. Farfalle, fogli, sangue ad accogliere lo spettatore, in un collage fra i più omaggiati del cinema e della pubblicità.

Ogni volta che guardo questo film penso a Scott Weiland, l’ex leader dei Velvet Revolver. A quando, vestito di pelle simil domopac e intonando il brano Slither, cantava: «Yeah, here comes the water, it comes to wash away the sins of you and I». Perchè nella città animata da David Fincher in questa pellicola, piove. Sempre. Acqua che vorrebbe pulire la società, sciacquare i peccati, ma non ci riesce. E l’amaro messaggio del regista di «Fight Club» è di un declino urbano così pessimista, da far rimpiangere i toni pastello di alcune zuccherose commedie americane.